“Desidero comunicare la Buona Novella del Vangelo attraverso la musica...”
Michele Pavanello nato ad Adria (RO) il 5 agosto 1969. Entro in conservatorio nel 1978.
Dopo 5 anni le regole troppo rigide mi portano ad uscire e incontro la musica per la strada,
il blues, la west coast. Diversi gruppi e formazioni musicali come bassista, cantante,
pianista e autore. L’incontro con Don Marco Balzan e con la Tribù di Yahweh nel 2006 mi
portano ad innamorarmi della christian music. Nel 2009, dopo uno studio bellissimo sulle
Beatitudini di Matteo comincio a lavorare a “Otto Strade”. Oggi canto le mie canzoni.
E così, dopo quasi 25 anni che non mettevo piede in una chiesa, entrai.
Era fredda ma accogliente, come lo sono spesso nei piccoli paesi di campagna.
Mi sedetti sull’ultima seggiola in fondo a sinistra, vicino alla fonte battesimale.
Un ambiente piccolo, rivestito di marmo, dal quale arrivava un filo di aria gelida,
per via di un vetro rotto sulla finestra. Cominciai a scrutare le persone che stavano
sedute davanti a me.
Era una domenica mattina di fine gennaio e la Santa Messa non era
ancora iniziata. La gente vestita a festa, stava prendendo posto e si salutava con fare
gentile. Ero lì per un solo motivo, vedere lei. Da pochi giorni era venuto a mancare suo
padre e per diverse ragioni, che non sto ora a raccontare, non ero ancora riuscito a vederla,
né a sentirla. Ci conoscevamo solo da un paio di mesi e quella tragedia, seppure annunciata
per via di una lunga malattia, aveva sconvolto la vita di quella famiglia. Ad un certo
punto la scorsi, di spalle, seduta in uno dei primi banchi vicini all’altare, stretta
fra le braccia della madre e della sorella.
Nel riquadro sopra puoi vedere alcuni momenti di vita...
Mi rasserenai. Cominciai a pensare come
avvicinarla finita la Messa e cosa avrei potuto dirle. No, forse era meglio non dire
niente. Un abbraccio e una carezza, si farò così, pensai. Mentre ero immerso in questi
pensieri il prete aveva già iniziato la sua omelia. Era un uomo sulla cinquantina, di
bassa statura, simpatico, il viso rotondo e gli occhiali in punta di naso, teneva spesso
un braccio alzato ad indicare il cielo e nell’altra mano un foglietto di appunti.
Parlava
in modo semplice, dolce, come si rivolgesse a dei bambini, ma le sue espressioni erano
decise, come chi sa esattamente qual era il nocciolo della questione. Era molto diverso
dai preti che avevo ascoltato molti anni prima, nella mia infanzia. Non so per quale motivo,
ma in quel preciso momento mi sentii sereno, in pace, appagato, come non accedeva da
moltissimo tempo o forse come non era mai accaduto prima.
Un giorno vi racconterò cosa
accadde da quella domenica, ma per ora vi basti sapere che da lì tutto ebbe inizio.
Molte cose le potete trovare in questo mio lavoro “Otto Strade”, un cd di musica
cristiana nel quale credo molto. Un amico un giorno mi disse che arrivare a
produrre un cd è come mettere al mondo un figlio. Sembra un traguardo raggiunto ma
in realtà è solo l’inizio di un percorso in cui devi imparare a farlo crescere.
E così, amici e ascoltatori di Radio Gesù, vi affido “Otto Strade”,
come se fosse un figlio. Mi auguro che possa accompagnarvi lungo le strade della vita.
Mentre scrivevo queste canzoni mi sono sempre fatto una domanda: “Ma sto davvero facendo
la volontà del Padre?” Una risposta ancora non ce l’ho, ma una cosa l’ho imparata:
l’amore che Gesù ci ha insegnato deve arrivare a tutti i nostri fratelli, una stretta di mano,
un abbraccio, un saluto o un canto.