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Nel paese più ricco del mondo, la miseria e la fame attanagliano la maggior parte della popolazione
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Il Congo si trova nel cuore dell’Africa, Il Sud Kivu è un immenso altopiano confinante con Burundi, Rwanda,
ed Uganda, conta 40 milioni di abitanti, su una superficie vastissima, la quota media è 1650 m, il clima è tipicamente
tropicale, caratterizzato da due stagioni: quattro mesi di “primavera” e otto di piogge. La terra è fertile, l’acqua
non manca (siamo nella regione dei Grandi laghi) e immense distese di foreste si alternano alle tipiche coltivazioni
di banane, manioca, patate… Ma il Congo è soprattutto un’incredibile miniera d’oro, di diamanti, di coltan, di cobalto
e di tantissime altre materie prime, oltre ad avere un consistente potenziale energetico.
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Il lago Kivu, oasi di pace
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Il sottosuolo è così ricco che questo stato è soprannominato scandalo geologico del pianeta (basti pensare che
l’80% delle risorse mondiali di coltan, materiale per la costruzione di antenne di cellulari e di missili, sono concentrate
qui). Nonostante la sua ricchezza la situazione della popolazione è disastrosa: 16 milioni di congolesi soffrono la fame,
la mortalità infantile è al 41%, la malnutrizione per i bimbi è al 31%…Il Congo è vittima di una guerra che dura da
anni, che ha fatto più di 3.000.000 di morti condannando gli abitanti alla miseria, a vivere da profughi nella propria
terra. Il conflitto ebbe inizio in Rwanda con lo scontro tra le due etnie, Tutzi e Hutu.
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Il Congo, un paradiso naturale
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Conflitto che ebbe il proprio culmine nel 1994 con il genocidio perpetrato da parte dei Hutu che massacrarono
senza pietà donne e bambini, giovani e anziani, solo perché Tutzi.
Hutu che in massa si rifugiarono nelle colline congolesi, timorosi della ritorsione che la frangia Tutzi avrebbe attuato
nei loro confronti. Così la guerra sorpassò i confini e coinvolse la Repubblica Democratica del Congo. Ma dopo tutti
questi anni è solamente la presenza dei rifugiati Hutu nel territorio congolese la vera causa di questo conflitto?
Questa è una guerra subdola, silenziosa, le cui dinamiche sono molto difficili da comprendere; viene generalmente
liquidata come una delle tante guerre etniche africane, nessuno mai ne ha svelato le reali cause: le ricchezze del
Congo.
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La povertà come frutto delle guerre continue...
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Il silenzio internazionale ha finora nascosto questa tragedia.
Le società coinvolte sono grandi e gli interessi in gioco enormi. Vari accordi di pace sono stati firmati a partire
dal luglio 1999, ma hanno prodotto pochi miglioramenti concreti. L’ultimo accordo è stato firmato nel luglio 2002
ed ha portato alla creazione dell’attuale governo di transizione (15 luglio 2003). Da cinque anni il Congo è diviso
in quattro stati, ognuno rappresentato da un vicepresidente che affianca Kabila, l’attuale presidente della R.D.C..
L’unico modo per uscire da questa confusione è attraverso le elezioni, che però sono state continuamente rimandate.
L’ultima data fissata è marzo 2006;
per questo da tempo si sta svolgendo il censimento dell’intero paese. La popolazione, che è stata ed è l’unica vittima
di questa instabilità politica nutre grandi
speranze nelle prossime elezioni. Il popolo vorrebbe avere un unico presidente eletto democraticamente, ma al tempo
stesso si aspetta anche un impegno
da parte della comunità internazionale per estromettere gli attuali vicepresidenti, i loro interessi e la corruzione ad essi
riconducibile. La speranza della gente è che con il nuovo presidente venga ridimensionato il peso politico delle multina
zionali.
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Attualmente il problema è quello di garantire la sicurezza a chi deve votare, a chi deve spostarsi dai villaggi, perché
nella foresta e nell’interno ci sono ancora bande armate e ribelli. Per questo è fondamentale il ritiro degli “irregolari”
prima di ogni operazione di voto. Accanto a questo c’è l’immensa paura di chi sa che troppi potenti non vogliono
queste elezioni e c’è già chi, nell’Ituri, si sta preparando per travolgere, ancora una volta, con la violenza, la speranza
di pace di questo popolo. E’ difficile anche capire chi deve votare, i profughi vivono ormai da dieci anni nel paese,
si sono procurati documenti falsi e per il Congo ci sono tutte le difficoltà organizzative di un paese, che non ha mai
svolto elezioni regolari nella sua storia. La situazione continua ad essere molto contraddittoria, non si riesce bene a
capire che influenza avrà l’ O.N.U. su questo processo di pace e come saranno scelti i candidati da votare tra più
di duecento rappresentanti dei partiti esistenti… Intanto gli scontri continuano e la tensione è sempre molto alta nel
Sud- Kivu.
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